venerdì 14 giugno 2013

Capitolo 12

In pullman

George

Finalmente siamo atterrati.
Non vedo l'ora che ci portino in una camera d'albergo.
Ho bisogno di sistemarmi e di fare l'amore con mia moglie come si deve.
Non avevo mai fatto nulla di simile su un aereo. Ma è stato meraviglioso.
Ci siamo donati piacere con le mani a vicenda. Il buio è stato nostro complice e testimone del nostro amore.
Per un attimo ho pensato che ci avessero scoperto. Sarebbe stato imbarazzante farsi trovare semi spogliati. Ma è andata bene. Non so cosa abbia combinato il nostro vicino di dietro ma da come parlava sembrava ubriaco. Anzi senz'altro era ubriaco. Parlava di morire.
Ma come gli può venire in mente una cosa simile???
Per noi inizia una nuova vita. Siamo in Italia a Pisa e sicuramente nessuno ci conosce e nessuno ci cercherà.

Saliamo sul pullman e ci sediamo esattamente come sull'aereo. Ma c'è luce. E' già l'alba. Guardo mia moglie e sorrido non possiamo certo fare nulla. Molti sono svegli. Noi invece abbiamo sonno.
Lei posa la testa sulla mia spalla. Ha gli occhi chiusi e si addormenta appoggiata a me. Anch'io chiudo gli occhi. Adesso possiamo riposarci


Danny


Sono a pezzi. La bimba ha dormito in braccio a me. Sono scappato dalla mia famiglia perchè stufo dei miei fratelli e mi sono trovato una bambina da accudire.
Mi fa tenerezza. Lei è spaventata. Le mancano i suoi genitori. A me no. Ma posso capirla. Io sono più grande. L'alcolizzato è sempre vicino a noi. Si comporta come se fosse nostro padre. Ieri sera sull'aereo si è ubriacato proprio come mio padre. Pensa che non me ne sia accorto ma io ero sveglio. Parlava nel dormiveglia. E' convinto che stiamo andando a morire.
Subito mi è scappato da ridere ma c'è un qualcosa che non mi convince, una vocina che mi sussurra che c'è un qualche pericolo vicino. C'è qualcosa di strano in tutta questa storia.
Adesso che siamo sul pullman proverò a parlargliene. Forse le mie impressioni non sono sbagliate.
L' accompagnatrice è passata prima e mi ha lanciato uno sguardo penetrante. Ho notato che si è passata la lingua sulle labbra. Mi è venuto freddo. Anche i suoi occhi sono freddi.
All' aereoporto era gentile, affabile quasi affascinante. Adesso è fredda e professionale. Ogni volta che mi guarda mi spaventa. Eppure sono solo io ad aver paura?? La coppietta si è addormentata finalmente dopo che stanotte mi ha svegliato con i loro mugolii di piacere. Gli altri due che erano sul treno sono troppo presi da loro stessi per notare qualcosa. I loro occhi sono a cuoricino e dubito che si accorgerebbero persino di un terremoto.
Ma l'ubriacone..... lui è furbo . E forse quando si sveglierà dopo aver smaltito la sbornia....posso provare a parlargli. A volte mi guarda con tenerezza quasi fossi suo figlio...forse.


Saimon

Siamo in pullman da due ore e la testa mi scoppia.
Ieri notte sull'aereo mi sono ubriacato.
Speriamo che nessuno se ne sia accorto anche se credo di aver dato spettacolo.
Sospiro e ingoio il caffè che la Gelida mi ha portato disgustata.
Non ho capito se era disgustata dal mio comportamento o dall'odore del caffè.
Ormai la chiamo la Gelida perchè ha cambiato comportamento e ci tiene a distanza e le sue mani sono sempre ghiacciate.
Prendo il caffè e sospiro. Quello che è successo ieri sera mi viene in mente. Non mi piacciono i suoi discorsi. Devo stare attento. Pronto a scappare se è necessario. C'è qualcosa di strano e pericoloso in lei e in questo viaggio.
Ne sono sicuro, lo sento nella pelle.
Guardo il ragazzino a fianco a me.
I suoi occhi sono dolci mentre gioca con la bimba sulle sue ginocchia.
Gli sorrido. Non so perchè ma mi piace . So che ha qualche segreto, lo intuisco, ma mi è simpatico e mi piace come tratta la bimba.
Lei è dolcissima. E' come se ci avesse adottati. E' buffo, io incosciente e scavezzacollo. Persona incapace di avere responsabilità nella mia vita, mi sto affezionando a quei due ragazzi.
Vedo il ragazzo sorridermi poi sussurra qualcosa alla bambina e la manda dai due colombi che si corteggiano come fossero ragazzini.
Quando lei si è allontanata mi guarda serio “Siamo in pericolo vero?” mi chiede a bruciapelo.
Non so cosa rispondergli e strabuzzo gli occhi dalla sorpresa. Come è arrivato a questa considerazione??
“Perchè dici così?” gli chiedo curioso e abbassando la voce. Non voglio che la Gelida mi senta.
“Perchè stanno succedendo cose strane” mi risponde sussurrando.
Alzo gli occhi e mi guardo in giro circospetto. La Gelida è avanti vicino all'autista. Ferma immobile, sembra una statua.
“Cosa intendi?” gli chiedo in ansia come lui.
“L'accompagnatrice. Io sono qua perchè l'ho derubata. E lei lo sa. Eppure non mi ha denunciato...non ha detto nulla” mi racconta ingoiando a vuoto.
Ecco cosa nasconde è un ladro!!
Annuisco “Vai avanti..” lo incito. Non mi interessa chi sia. Voglio sapere cosa sa.
“Ha un modo di fare strano...”riprende il discorso “All'aeroporto era cordiale, sorrideva a tutti. Ma da quando siamo saliti sull'aereo ha cambiato modo di fare. E' brusca e poi mi guarda in maniera strana, come se fossi un cioccolatino” dice ingoiando.
La sua voce è preoccupata. Poi riprende “E ieri quando ha servito il carpaccio sono sicuro di averla sentita annusare. Mi ha annusato e poi si è leccata le labbra.” continua e vedo il suo corpo tremare. “Mi mette paura il modo in cui ci osserva...come se fossimo...prede.” si ferma e mi osserva. Aspetta che io gli dica che è un pazzo. Ma non posso farlo. Ho notato le stesse cose e ho paura proprio come lui.
Annuisco “Lo so. Ho notato le stesse cose” gli confermo ma non mi fermo. Lui è stato corretto con me e anch'io voglio esserlo con lui.
“Io sono qua perchè a lei è caduta la busta con il biglietto e i soldi. Eppure non mi ha detto nulla. Ero un poveraccio...un senza tetto...eppure doveva riconoscermi” gli confido.
Lui sgrana gli occhi.
Entrambi siamo arrivati alla stessa conclusione.
Non siamo lì per caso è come se ci avessero invitato!!!
Tremo e continuo, voglio dirgli tutto.
Gli racconto dei due dialoghi che ho sentito e lo vedo irrigidirsi.
Scuote la testa preoccupato.
“Ma se abbiamo ragione, dobbiamo dirlo agli altri....dobbiamo scappare” dice agitato.
Scuoto la testa. “E tu pensi che ci crederebbero?? Hai dimenticato chi siamo?? Un ragazzino ladro e un ubriacone bugiardo?? Non vedo vie d'uscita. Non possiamo contare sugli altri passeggeri dovremo fare di testa nostra. Ascolta. Non possiamo fare niente adesso, ma dobbiamo tenere gli occhi e le orecchie dritte....forse riusciremo a scappare.” gli sussurro.
Lui annuisce ha capito. Poi mi guarda e si volta verso la bimba. “E lei?” mi chiede.
“Cercheremo di salvare anche lei” gli dico.
Non ho molte speranze ma farò di tutto.
Non mi importa poi molto della mia vita ma cercherò di salvare il ragazzo e la bambina se ci riuscirò. Forse per la prima volta farò qualcosa di buono.
Sospiro e me lo abbraccio. “Andrà tutto bene...vedrai” gli dico ma so che è una bugia.

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